EDUCAZIONE PERMANTE:
ANCORA UN BRANO DAL MIO LIBRO
"L'ESSERE PERFETTO-RACCONTO DI UNA POSSIBILE UTOPIA"
Copyright © 2003 Graziella Pinna Arconte. A. Arconte Editore. Tutti i diritti
riservati.
ISBN 88 – 900678 - 8 - 8
http://www.amazon.it/dp/8890067888
Sacerdotessa, scriba, maestra del Sinis raccontano e tramandano il VERBO. Di Giorgia, 10 anni. |
L’IMPORTANZA DELLA PARABOLA
“…L’uomo
equilibrato e ordinato nell'anima
è
un uomo libero…”
PLATONE
La parabola è
uno stratagemma.
La parabola è
una strategia.
E’ una
stratagemma perché dà forma ad un lampo dell’intuizione che un Buon Maestro
utilizza quando si vuole coinvolgere il gruppo all'ascolto.
E’ una
strategia quando diventa Progetto, pianificazione dell’intervento didattico.
Allora la Parabola non è più uno
strumento utilizzato casualmente, ma un atto formale che esprime la volontà di
coinvolgere, trasmettere dati, emozionare e dar lezione al gruppo, il quale ne
trae significativo insegnamento.
Ogni lezione,
dunque, può cominciare con una parabola.
E così, la
strategia dell’uso della parabola diventa Metodo.
Tutti i Grandi
Maestri del passato avevano questa consapevolezza pedagogica. La donna di medicina, lo scriba, il bodisatva, Gesù, insegnavano con questo metodo, coinvolgendo masse di persone all'ascolto.
Peraltro
qualsiasi storia può assumere connotati finalizzati a renderla una parabola.
Purché il
racconto, che può divertire, emozionare, commuovere o provocare sentimenti
opposti, quali rabbia, sdegno, ira, lasci sempre spazio all'elemento pedagogico-educativo superando la classica “morale della favola” poiché tende
ad accomodare, nel tempo, consapevolezze e scelte etico-esistenziali.
La narrazione
e i contenuti della parabola possono essere di natura diretta e/o indiretta
e collocati sul piano della realtà quanto su quello della fantasia.
Inoltre, cosa
affatto trascurabile e della quale tener sempre conto, la parabola è l’arma potente
che è servita, nei millenni, a tramandare la Conoscenza , i Fatti, i
Principi, i Valori.
Ogni volta che
il Buon Maestro applica il metodo della parabola, come annunciazione e momento
precedente ogni altra forma di comunicazione, (lettura, scrittura, rappresentazione
…) decide scientemente di rivivere emotivamente i medesimi riti iniziatici
della Parola e dell’Ascolto.
Il rapporto
acuologico che egli determina tra sé e l’altro da sé è ricco di pathos e la sua
capacità d’essere ascoltato si congiunge con la volontà d’ascolto e
immedesimazione (in qualunque circostanza: assemblea; insegnante-alunni;
genitori-figli; nonni-nipoti …etc.) che un Buon Maestro deve saper creare.
Quando la
scelta metodologico-didattica diventa strategia d’insegnamento, ogni Buon Maestro
deve sottoscrivere una personale assunzione di responsabilità in ossequio alle
seguenti prerogative:
·
CONOSCENZA DI SE’;
·
ESSERE PERSONE SODDISFATTE;
·
CONOSCENZA E RISPETTO DELL’ALTRO;
·
CONOSCENZA DEL LINGUAGGIO VERBALE E NON VERBALE;
·
COMPETENZA E AUTOREVOLEZZA;
·
ELEVATA DIMENSIONE ETICA E CULTURALE;
·
CONSAPEVOLEZZA ESISTENZIALE;
· CREATIVITÀ E LIBERTÀ.
In particolare, l’educazione alla
creatività è l’obiettivo al quale mirare.
Soprattutto in ambito scolastico.
Qualunque altra competenza e/o
abilità sono direttamente ricollegabili alla capacità di saper creare.
Non voglio addentrarmi nei
meandri della superficialità che hanno
caratterizzato il termine creatività, al quale si è spesso dato
l’inesatto significato di spontaneità o casualità, annullando la
forza simbolica nel termine stesso contenuta.
Fortunatamente positive correnti
di pensiero hanno contrastato la tendenza alla superficialità generando una
vera e propria pedagogia della creatività, alla quale faccio riferimento poiché
le menti eccelse che indicarono questa via lo fecero in onore d’una scelta che
premiava il progresso e la civiltà. ( Creatività – M. Mencarelli – La Scuola - Brescia)
Riflettiamo: un conto è lo spontaneismo,
un altro conto è la libera espressione.
Tutelare la libera espressione di
ciascuno è il primo presupposto per la nascita della società democratica.
Basti pensare alla nascita della
democrazia ad Atene e all'Età di Pericle, ma anche ad altri periodi storici
dove creatività e grandezza hanno camminato insieme elevando
l’uomo ad altezze incredibili, peraltro ripetutasi, nel corso della Storia,
solo a patto che l’uomo e la sua Divina forza creativa venissero messi al
centro del contesto politico-educativo, come durante l’Umanesimo e il
Rinascimento.
Una funzione fondamentale, in un
efficace intervento educativo, è quella di regolare e rasserenare le pulsioni
emotive annullando ansie e negatività le quali non contrastate portano,
inevitabilmente, disturbi della personalità.
Occorre prendere per mano l’ego
del bambino/fanciullo (che tu sia un docente; uno psicologo; un sacerdote; un
genitore è la stessa cosa!), saper gratificare la specifica originalità della
persona che viene educata e garantire la sua evoluzione attraverso la libera
espressione creativa.
Sentir parlare con ridondanza,
nelle nostre scuole, di superamento dell’egocentrismo è storia vecchia e consueta.
L’immagine ironica è quella
dell’insegnante killer che prende il povero egocentrismo e lo riduce in
poltiglia.
Mi permetto di sindacare che
anche il buon egocentrismo va tutelato. Similarmente ad una specie protetta.
Può darsi che la mia intuizione
entri in contrasto con opposte e convincenti teorie scientifiche che posso
contestare, però con i fatti.
Ho verificato che l’egocentrismo
è la peculiarità dell’originalità dell’animo umano.
E’ il luogo dove risiede il
carattere della persona.
Non va assolutamente soppresso. Come le tonsille: se c’è, serve.
Va educato, compreso, amorevolmente condotto al rispetto e alla condivisione di regole, questo si.
Ogni ego, tuttavia, va lasciato crescere per volare ed esprimere il massimo livello di creatività.
In questo contesto educativo il
saper acuologare (iniziare all'ascolto) è fondamentale.
L’animo umano educato al saper
ascoltare, ascolta se si sente ascoltato.
E’ la premessa per l’aiuto alla
formazione di personalità superiori: a immagine e somiglianza di Dio.
E’ grandezza, è bellezza, è
libertà, coscienza, consapevolezza,
impegno.
E’ senso di responsabilità,
ricchezza, democrazia.
Grandi pagine della relazione tra
creatività e democrazia sono state scritte da pedagogisti quali Bruner e Dewey.
E, benché sul piano scientifico
non si può non tener conto dell’analisi fattoriale dell’intelligenza la cui
sterile misurazione non consente certo di definire la personalità, considerato,
peraltro, che ciascuno di noi è dotato di bagaglio genetico, culturale e
capacità di percezione utili alla rielaborazione e produzione del pensiero, è
importante tener sempre presente il ruolo dell’educatore che deve educare a saper
essere, a saper contare, a saper esistere creativamente.
“E
|
Dio disse: “Facciamo l’Uomo a
Nostra immagine e somiglianza e domini sui pesci del mare e sugli uccelli del
cielo, sul bestiame, su tutte le bestie selvatiche e su tutti i rettili che
strisciano sulla Terra …” “…Dio creò l’Uomo a Sua immagine e a immagine di Dio
lo creò; maschio e femmina li creò. Dio li benedisse e disse loro: “Siate
fecondi e moltiplicatevi, riempite la
Terra ; soggiogatela e dominate sui pesci del mare e sugli
uccelli del cielo e su ogni Essere Vivente che striscia sulla terra.” “… E Dio
disse: “Ecco, io vi do ogni erba che produce seme: sarà il vostro cibo. A tutte
le bestie selvatiche, a tutti gli uccelli del cielo e a tutti gli esseri che
strisciano sulla Terra e nei quali è alito di vita, io do in cibo ogni erba
verde”. E così avvenne. Dio vide quanto aveva fatto (creato!) ed ecco,
era cosa molto buona. E fu sera e fu mattina: sesto giorno!”.
Parabola forza creativa.
Parabola metodo educativo.
Parabola tramite di democrazia e
libertà.
E la Madre narrò al figlio parole d'amore e lo nutrì col VERBO. Di Alessia, 10 anni. |
Nessun commento:
Posta un commento