AGORA': UN INTERESSANTISSIMO INSERTO DI ANTONINO ARCONTE sul caso POLLARI. DAL BLOG:
http://www.g-71blogspot.com
(Notare la data di pubblicazione:
1 ottobre 2009: davvero profetico).
La vera storia dell'associazione criminale del Gen. Pollari
La vera storia della vicenda “criminale” del Generale Pollari, ex Direttore del Sismi.
Di questi giorni la notizia che il PM Spataro, della Procura della Repubblica di Milano, alla fine del lungo processo penale riguardante il sequestro dell’Imam della Moschea di Milano, Sig. Abu Omar, ha chiesto 13 anni di carcere per lui, 10 anni per il suo vice, Maresciallo Mancino, e altri anni di carcere per i 22 agenti della CIA tutte pene della stessa entità.
Davvero pesante la sua requisitoria, laddove accusa il Gen. Pollari di essere ai vertici di un associazione criminale che agiva all’interno delle Istituzioni, in questo caso il Sismi, probabilmente, aggiunge il PM, all’insaputa del Governo …!?
Che posso dire su tutto questo? Certamente, essendo stato una vittima, non solo io, ma anche i miei commilitoni scomparsi di questa ipotetica associazione criminale, non posso avere simpatia per il Gen Pollari e nemmeno posso essere solidale con lui in questi momenti difficili.
Posso semmai dire: Chi la fa l’aspetti!
Il Gen. Pollari, allorquando il Sen. Andreotti, come avete letto nel mio libro, L’Ultima Missione, un documento storico sempre attuale o avete visto nel video pubblicato su google.it (occorre cliccare su Altro, poi sull’icona dei video, poi nella finestra interna digitare: Archivio di Gladio) il Sen. Andreotti, nella trasmissione RAI 3 Primo Piano e in Parlamento, sollecitava al Ministro della Difesa Martino, di avviare un inchiesta per falso contro di me asserendo che se il documento riguardante il caso Moro del 2 Marzo 1978 fosse stato autentico, “Fucilateli”, altrimenti deve intervenire la magistratura. La Magistratura intervenne con una sua inchiesta che fu archiviata due anni dopo perché il fatto non sussiste. Nessuno, però, ne diede notizia, anzi… rispondendo a interrogazioni parlamentari di quanti chiedevano che esito avesse avuto quell’inchiesta, il Ministro Martino e il Ministro Giovanardi, risposero falsità, affermando che l’inchiesta era stata archiviata non perché non ci fossero falsità, ma perché mancava la querela. Davvero divertente: se ci fossero state falsità la Procura avrebbe proceduto d’Ufficio. Ma nascosero la verità di quell’esito giudiziario. Infatti, l’inchiesta per falso contro di me fu chiusa per infondatezza della notizia di reato, ai sensi dell’art. 408 C.p.p. Mentre il procedimento d’Ufficio per calunnia in mio danno, che la Procura aveva aperto una volta verificato che non c’era nessun ipotesi di falsità perseguibile, fu archiviato dopo essere stato riconosciuto io, Antonino Arconte, parte offesa, in quanto sono rimasti ignoti gli autori del reato: coloro che mi avrebbero accusato di falsità inesistenti! Questo con decreto pubblicato in allegato all’Ultima Missione, nel CD Rom Archivio superstite dell’Organizzazione Gladio in data 7 Maggio 2004.
Cosa c’entra il Gen. Pollari direte voi. C’entra eccome!
Ai primi del 2002, il padre di Tano Giacomina, mio ex commilitone,ucciso al Cabo Verde, isola di Fogu, il 13 Maggio 1998, mentre lo attendevo ad Ajaccio per metterci in salvo in America dove intendevamo richiedere asilo politico, non vedendoci chiaro nelle circostante dichiarate sulla morte del figlio, (davvero inverosimili come al solito) pur essendo un uomo di ormai 84 anni e cardiopatico, trovò la determinazione di presentare una richiesta di riesumazione della salma del figlio, per verificare le vere circostante della morte. Visto che non c’era stata alcuna autopsia e nemmeno un riconoscimento vero del cadavere del figlio. A sostegno di queste sue richieste, citò le affermazioni pubblicate da alcuni giornali, in Sardegna la Nuova Sardegna, ma anche altri giornali continentali e internazionali, come GQ, Oggi 7, 7 magazine, Maxime, America Oggi ecc. con le quali rendevo nota l’identità coperta di agente del Nucleo G di Gladio, col codice di G-65 di Tano. Oltretutto racconto la sua storia nell’apposito capitolo dell’Ultima Missione.
Nel Febbraio 2002, il Direttore del Sismi, appunto il Gen Pollari, inviò una nota ufficiale al GIP che si occupava della richiesta del Padre di Tano, Sig. Pasqualino Giacomina, con la quale affermava, senza mostrare alcun dubbio, visto che l’inchiesta relativa era ancora in corso e non c’erano nemmeno stati avvisi di garanzia nei miei confronti da parte della Procura di Roma, che: “Antonino Arconte era solo un fantasioso millantatore!”. Questo bastò al Gip, Dr.ssa Pacifici, se ricordo bene, per archiviare, respingendola perché infondata, la richiesta del Padre di Tano. Ciò nonostante abbia dovuto prendere atto che si trattava sicuramente di omicidio e che su tale omicidio non c’era stata alcuna inchiesta da parte delle autorità del Cabo Verde e nemmeno erano state chieste le autorizzazioni per svolgere indagini per rogatoria …!? E tantomeno le aveva richieste lei una volta saputo della richiesta del padre della vittima e non tenendo ovviamente conto di quanto risultante da mie dichiarazioni pubbliche, perché il direttore del SISMi aveva dichiarato, che ero solo un fantasioso millantatore e certamente, una volta saputo che ero in realtà parte offesa da dichiarazioni di questo genere del tutto infondate, non si è preoccupato di rettificare tale nota di servizio e consentire così che si facesse luce sull’omicidio di Tano. N.d.r: Obbligato come sono a dimostrare e documentare sempre ogni cosa che dichiaro, rendo noto che quanto affermo risulta dalla "Nota del Direttore del SISMI, Gen. Pollari, depositata nel fascicolo aperto dall'esposto del Sig. pasqualino Giacomina, padre di Tano Giacomina e riguardante le circostanze dell'omicidio in cui perse la vita il 13 Maggio 1998, nell'arcipelago del Cabo Verde e di cui Decreto del GIP, Dr.ssa Pacifici n. 6711/2001 Mod. 44 del 25 Febbraio 2002 e depositato il 27 Febbraio 2002 nella Cancelleria del Tribunale di Oristano.
Questo è il Gen. Pollari!
Ma …c’è un ma …e ve lo illustro subito:
In primo luogo, il Gen. Pollari, quando io ero in servizio sotto copertura agli ordini dei Direttori del Sismi, probabilmente si occupava della guardia di finanza e non di servizi segreti. Quindi non mi ha mai conosciuto di persona e tantomeno l’ho conosciuto io. Non è quindi credibile ritenere che avesse agito così per antipatia nei miei confronti. Dunque? Perché l’ha fatto?
La risposta è ovvia e ogni militare che legge questa mia nota lo intuisce da solo: ma perché gli è stato ordinato che diamine! Gli è stato ordinato da quel “Gentleman all’Inglese” che reggeva il Ministero della Difesa a suo tempo, l'On. Martino, il quale doveva fare un favore ad Andreotti, oppure lui stesso era stato sollecitato da Andreotti ad agire contro di me. Una cosa certa è che quando io cercai di contattare, recandomi nel suo ufficio del tribunale di Oristano, per chiarirgli alcuni punti e mostrargli il decreto di archiviazione della sua collega di Roma, che dimostrava che non ero affatto un "fantasioso millantatore" come aveva affermato lui con la sua nota, quel GIP era stato trasferito a Roma! …Kappitto!?!
Così finirono le indagini sulla morte di Tano al Cabo Verde.
Non solo, chi ha letto la mia vicenda e visto i documenti pubblicati sul CD Rom allegato al libro, sa bene che quando denunciai la manipolazione degli elenchi di Gladio, quelli veri, fui arrestato per spaccio di droga in una pineta di Torregrande, droga che non avevo mai visto, pochi grami di hashsih, reato del quale mi aveva accusato un piccolo spacciatore arrestato dalla squadra mobile quella stessa mattina. Non fu certo la sua parola a convincere i magistrati ad arrestarmi e condannarmi per direttissima. Bensì la dichiarazione degli agenti della squadra mobile che nella nota di servizio (sempre false note usate contro di me) affermarono di avermi effettivamente visto andare con questo ragazzo a bordo della mia auto in quella stradina subito dopo un ristorante che penetrava in pineta e questo rendeva inutile ogni mia protesta. Persino quella che quella stradina non era transitabile in auto, dunque come sarebbe stato possibile? La nota di 5 agenti della polizia era per i Giudici certamente più credibile di quella di un imputato che nega persino l’evidenza. Anni dopo, nel processo a Roma col quale volevo che fossero processati coloro che avevano dichiarato il falso calunniandomi, i cinque agenti ammisero tutti, anche il Commissario e sotto giuramento, di aver firmato senza leggere quella nota di servizio, e di non avermi affatto visto con questo pusher a bordo andare in quella pineta dove secondo quel ragazzo io gli avrei venduto quei pochi grammi di hashish. Nessuno di loro ammise di averla scritta. Gli agenti non avevano spergiurato, sotto giuramento dissero la verità. Ma noi possiamo chiederci come mai cinque agenti di PS firmano senza leggere una nota di servizio che causa l’arresto e la condanna di un innocente e la risposta può essere una sola, è stata scritta a Roma, negli Uffici del Direttore del Sismi e a quegli agenti non restava altra scelta che firmarla se non volevano essere trasferiti d’ufficio chissà dove, ma certamente in un luogo molto disagiato …;0)
Nessun rancore da parte mia verso di loro e nemmeno verso il Gen. Pollari che sicuramente ha fatto il suo dovere obbedendo agli ordini ricevuti e che per via gerarchica arrivano sempre dal legittimo governo della Repubblica Italiana.
Ma chi la fa l’aspetti! Ed ora tocca al Gen. Pollari subire un procedimento giudiziario, lui almeno non è innocente e non c’è nessuna congiura in corso contro di lui. Ha effettivamente fatto ciò di cui è stato accusato. Non solo, ma c’è anche un altro importante vantaggio che il Gen. Pollari può vantare rispetto alla situazione in cui ha incastrato me vent’anni fa. Lui è stato riempito di soldi, milioni di euro, per non ammettere che ha ricevuto ed eseguito ordini della Presidenza del Consiglio e di avere quindi fatto soltanto il suo dovere. Un paio di milioni di liquidazione ed altri soldi per la nomina a consulente della presidenza del Consiglio. Nomina poi revocata perché suscitò perplessità tra le forze politiche d’opposizione e certamente compensata in altro modo. Ora il Pm Spataro si trova nella situazione di avere in pugno quell’associazione criminale che insegue. Infatti, credo che il Gen. Pollari, accettando quel patto di silenzio, non si aspettasse una pena così alta. 13 anni sono troppi per chi non ha mai conosciuto le durezze del carcere. Abituato com’è ai palazzi romani e agli agii del suo grado, difficilmente potrebbe reggere ad una simile situazione. Se davvero sarà condannato, e ad una pena così alta, sia lui che Mancino, confesseranno la verità perché non glielo farebbe fare nessuno a passare per criminali e subire una condanna così dura per coprire i governanti che per compiacere Bush ordinarono la collaborazione al sequestro di persona organizzato dagli Agenti CIA che dovevano eseguire gli ordini di Bush, Presidente della Casa Bianca. Tutte vittime dei politici insomma. Del resto anche il Procuratore Spataro sta facendo il suo dovere, c’è stato un sequestro che ha portato un poveraccio ad essere trasportato in Egitto per essere torturato e che ha subito quelle condizioni durissime e le torture e certamente questo non è lecito in una Repubblica Democratica che ha aderito alla dichiarazione universale dei Diritti umani. Hanno agito davvero come dei criminali, ma saranno condannati? …mah!
Staremo a vedere, certo è che i veri responsabili di queste azioni sono rimasti fuori dal processo e probabilmente lo resteranno.
Ecco, questo è ciò che credo stia dietro questa “azione criminale”.
Posso solo aggiungere che nessuno degli esecutori era ed è davvero un criminale. Hanno solo obbedito agli ordini ricevuti e del resto, che non sono criminali è dimostrato dalla faciloneria con cui hanno compiuto il sequestro di persona: Erano in 44 gatti in fila per sei col resto di due!!! …e si sono fatti vedere, intercettare e scoprire e persino arrestare, nonostante abbiano agito con la protezione delle funzioni di agenti segreti Italiani e Americani …ma, si può essere più dilettanti di così?
Antonino Arconte
Cabras 1 Ottobre 2009.
Di questi giorni la notizia che il PM Spataro, della Procura della Repubblica di Milano, alla fine del lungo processo penale riguardante il sequestro dell’Imam della Moschea di Milano, Sig. Abu Omar, ha chiesto 13 anni di carcere per lui, 10 anni per il suo vice, Maresciallo Mancino, e altri anni di carcere per i 22 agenti della CIA tutte pene della stessa entità.
Davvero pesante la sua requisitoria, laddove accusa il Gen. Pollari di essere ai vertici di un associazione criminale che agiva all’interno delle Istituzioni, in questo caso il Sismi, probabilmente, aggiunge il PM, all’insaputa del Governo …!?
Che posso dire su tutto questo? Certamente, essendo stato una vittima, non solo io, ma anche i miei commilitoni scomparsi di questa ipotetica associazione criminale, non posso avere simpatia per il Gen Pollari e nemmeno posso essere solidale con lui in questi momenti difficili.
Posso semmai dire: Chi la fa l’aspetti!
Il Gen. Pollari, allorquando il Sen. Andreotti, come avete letto nel mio libro, L’Ultima Missione, un documento storico sempre attuale o avete visto nel video pubblicato su google.it (occorre cliccare su Altro, poi sull’icona dei video, poi nella finestra interna digitare: Archivio di Gladio) il Sen. Andreotti, nella trasmissione RAI 3 Primo Piano e in Parlamento, sollecitava al Ministro della Difesa Martino, di avviare un inchiesta per falso contro di me asserendo che se il documento riguardante il caso Moro del 2 Marzo 1978 fosse stato autentico, “Fucilateli”, altrimenti deve intervenire la magistratura. La Magistratura intervenne con una sua inchiesta che fu archiviata due anni dopo perché il fatto non sussiste. Nessuno, però, ne diede notizia, anzi… rispondendo a interrogazioni parlamentari di quanti chiedevano che esito avesse avuto quell’inchiesta, il Ministro Martino e il Ministro Giovanardi, risposero falsità, affermando che l’inchiesta era stata archiviata non perché non ci fossero falsità, ma perché mancava la querela. Davvero divertente: se ci fossero state falsità la Procura avrebbe proceduto d’Ufficio. Ma nascosero la verità di quell’esito giudiziario. Infatti, l’inchiesta per falso contro di me fu chiusa per infondatezza della notizia di reato, ai sensi dell’art. 408 C.p.p. Mentre il procedimento d’Ufficio per calunnia in mio danno, che la Procura aveva aperto una volta verificato che non c’era nessun ipotesi di falsità perseguibile, fu archiviato dopo essere stato riconosciuto io, Antonino Arconte, parte offesa, in quanto sono rimasti ignoti gli autori del reato: coloro che mi avrebbero accusato di falsità inesistenti! Questo con decreto pubblicato in allegato all’Ultima Missione, nel CD Rom Archivio superstite dell’Organizzazione Gladio in data 7 Maggio 2004.
Cosa c’entra il Gen. Pollari direte voi. C’entra eccome!
Ai primi del 2002, il padre di Tano Giacomina, mio ex commilitone,ucciso al Cabo Verde, isola di Fogu, il 13 Maggio 1998, mentre lo attendevo ad Ajaccio per metterci in salvo in America dove intendevamo richiedere asilo politico, non vedendoci chiaro nelle circostante dichiarate sulla morte del figlio, (davvero inverosimili come al solito) pur essendo un uomo di ormai 84 anni e cardiopatico, trovò la determinazione di presentare una richiesta di riesumazione della salma del figlio, per verificare le vere circostante della morte. Visto che non c’era stata alcuna autopsia e nemmeno un riconoscimento vero del cadavere del figlio. A sostegno di queste sue richieste, citò le affermazioni pubblicate da alcuni giornali, in Sardegna la Nuova Sardegna, ma anche altri giornali continentali e internazionali, come GQ, Oggi 7, 7 magazine, Maxime, America Oggi ecc. con le quali rendevo nota l’identità coperta di agente del Nucleo G di Gladio, col codice di G-65 di Tano. Oltretutto racconto la sua storia nell’apposito capitolo dell’Ultima Missione.
Nel Febbraio 2002, il Direttore del Sismi, appunto il Gen Pollari, inviò una nota ufficiale al GIP che si occupava della richiesta del Padre di Tano, Sig. Pasqualino Giacomina, con la quale affermava, senza mostrare alcun dubbio, visto che l’inchiesta relativa era ancora in corso e non c’erano nemmeno stati avvisi di garanzia nei miei confronti da parte della Procura di Roma, che: “Antonino Arconte era solo un fantasioso millantatore!”. Questo bastò al Gip, Dr.ssa Pacifici, se ricordo bene, per archiviare, respingendola perché infondata, la richiesta del Padre di Tano. Ciò nonostante abbia dovuto prendere atto che si trattava sicuramente di omicidio e che su tale omicidio non c’era stata alcuna inchiesta da parte delle autorità del Cabo Verde e nemmeno erano state chieste le autorizzazioni per svolgere indagini per rogatoria …!? E tantomeno le aveva richieste lei una volta saputo della richiesta del padre della vittima e non tenendo ovviamente conto di quanto risultante da mie dichiarazioni pubbliche, perché il direttore del SISMi aveva dichiarato, che ero solo un fantasioso millantatore e certamente, una volta saputo che ero in realtà parte offesa da dichiarazioni di questo genere del tutto infondate, non si è preoccupato di rettificare tale nota di servizio e consentire così che si facesse luce sull’omicidio di Tano. N.d.r: Obbligato come sono a dimostrare e documentare sempre ogni cosa che dichiaro, rendo noto che quanto affermo risulta dalla "Nota del Direttore del SISMI, Gen. Pollari, depositata nel fascicolo aperto dall'esposto del Sig. pasqualino Giacomina, padre di Tano Giacomina e riguardante le circostanze dell'omicidio in cui perse la vita il 13 Maggio 1998, nell'arcipelago del Cabo Verde e di cui Decreto del GIP, Dr.ssa Pacifici n. 6711/2001 Mod. 44 del 25 Febbraio 2002 e depositato il 27 Febbraio 2002 nella Cancelleria del Tribunale di Oristano.
Questo è il Gen. Pollari!
Ma …c’è un ma …e ve lo illustro subito:
In primo luogo, il Gen. Pollari, quando io ero in servizio sotto copertura agli ordini dei Direttori del Sismi, probabilmente si occupava della guardia di finanza e non di servizi segreti. Quindi non mi ha mai conosciuto di persona e tantomeno l’ho conosciuto io. Non è quindi credibile ritenere che avesse agito così per antipatia nei miei confronti. Dunque? Perché l’ha fatto?
La risposta è ovvia e ogni militare che legge questa mia nota lo intuisce da solo: ma perché gli è stato ordinato che diamine! Gli è stato ordinato da quel “Gentleman all’Inglese” che reggeva il Ministero della Difesa a suo tempo, l'On. Martino, il quale doveva fare un favore ad Andreotti, oppure lui stesso era stato sollecitato da Andreotti ad agire contro di me. Una cosa certa è che quando io cercai di contattare, recandomi nel suo ufficio del tribunale di Oristano, per chiarirgli alcuni punti e mostrargli il decreto di archiviazione della sua collega di Roma, che dimostrava che non ero affatto un "fantasioso millantatore" come aveva affermato lui con la sua nota, quel GIP era stato trasferito a Roma! …Kappitto!?!
Così finirono le indagini sulla morte di Tano al Cabo Verde.
Non solo, chi ha letto la mia vicenda e visto i documenti pubblicati sul CD Rom allegato al libro, sa bene che quando denunciai la manipolazione degli elenchi di Gladio, quelli veri, fui arrestato per spaccio di droga in una pineta di Torregrande, droga che non avevo mai visto, pochi grami di hashsih, reato del quale mi aveva accusato un piccolo spacciatore arrestato dalla squadra mobile quella stessa mattina. Non fu certo la sua parola a convincere i magistrati ad arrestarmi e condannarmi per direttissima. Bensì la dichiarazione degli agenti della squadra mobile che nella nota di servizio (sempre false note usate contro di me) affermarono di avermi effettivamente visto andare con questo ragazzo a bordo della mia auto in quella stradina subito dopo un ristorante che penetrava in pineta e questo rendeva inutile ogni mia protesta. Persino quella che quella stradina non era transitabile in auto, dunque come sarebbe stato possibile? La nota di 5 agenti della polizia era per i Giudici certamente più credibile di quella di un imputato che nega persino l’evidenza. Anni dopo, nel processo a Roma col quale volevo che fossero processati coloro che avevano dichiarato il falso calunniandomi, i cinque agenti ammisero tutti, anche il Commissario e sotto giuramento, di aver firmato senza leggere quella nota di servizio, e di non avermi affatto visto con questo pusher a bordo andare in quella pineta dove secondo quel ragazzo io gli avrei venduto quei pochi grammi di hashish. Nessuno di loro ammise di averla scritta. Gli agenti non avevano spergiurato, sotto giuramento dissero la verità. Ma noi possiamo chiederci come mai cinque agenti di PS firmano senza leggere una nota di servizio che causa l’arresto e la condanna di un innocente e la risposta può essere una sola, è stata scritta a Roma, negli Uffici del Direttore del Sismi e a quegli agenti non restava altra scelta che firmarla se non volevano essere trasferiti d’ufficio chissà dove, ma certamente in un luogo molto disagiato …;0)
Nessun rancore da parte mia verso di loro e nemmeno verso il Gen. Pollari che sicuramente ha fatto il suo dovere obbedendo agli ordini ricevuti e che per via gerarchica arrivano sempre dal legittimo governo della Repubblica Italiana.
Ma chi la fa l’aspetti! Ed ora tocca al Gen. Pollari subire un procedimento giudiziario, lui almeno non è innocente e non c’è nessuna congiura in corso contro di lui. Ha effettivamente fatto ciò di cui è stato accusato. Non solo, ma c’è anche un altro importante vantaggio che il Gen. Pollari può vantare rispetto alla situazione in cui ha incastrato me vent’anni fa. Lui è stato riempito di soldi, milioni di euro, per non ammettere che ha ricevuto ed eseguito ordini della Presidenza del Consiglio e di avere quindi fatto soltanto il suo dovere. Un paio di milioni di liquidazione ed altri soldi per la nomina a consulente della presidenza del Consiglio. Nomina poi revocata perché suscitò perplessità tra le forze politiche d’opposizione e certamente compensata in altro modo. Ora il Pm Spataro si trova nella situazione di avere in pugno quell’associazione criminale che insegue. Infatti, credo che il Gen. Pollari, accettando quel patto di silenzio, non si aspettasse una pena così alta. 13 anni sono troppi per chi non ha mai conosciuto le durezze del carcere. Abituato com’è ai palazzi romani e agli agii del suo grado, difficilmente potrebbe reggere ad una simile situazione. Se davvero sarà condannato, e ad una pena così alta, sia lui che Mancino, confesseranno la verità perché non glielo farebbe fare nessuno a passare per criminali e subire una condanna così dura per coprire i governanti che per compiacere Bush ordinarono la collaborazione al sequestro di persona organizzato dagli Agenti CIA che dovevano eseguire gli ordini di Bush, Presidente della Casa Bianca. Tutte vittime dei politici insomma. Del resto anche il Procuratore Spataro sta facendo il suo dovere, c’è stato un sequestro che ha portato un poveraccio ad essere trasportato in Egitto per essere torturato e che ha subito quelle condizioni durissime e le torture e certamente questo non è lecito in una Repubblica Democratica che ha aderito alla dichiarazione universale dei Diritti umani. Hanno agito davvero come dei criminali, ma saranno condannati? …mah!
Staremo a vedere, certo è che i veri responsabili di queste azioni sono rimasti fuori dal processo e probabilmente lo resteranno.
Ecco, questo è ciò che credo stia dietro questa “azione criminale”.
Posso solo aggiungere che nessuno degli esecutori era ed è davvero un criminale. Hanno solo obbedito agli ordini ricevuti e del resto, che non sono criminali è dimostrato dalla faciloneria con cui hanno compiuto il sequestro di persona: Erano in 44 gatti in fila per sei col resto di due!!! …e si sono fatti vedere, intercettare e scoprire e persino arrestare, nonostante abbiano agito con la protezione delle funzioni di agenti segreti Italiani e Americani …ma, si può essere più dilettanti di così?
Antonino Arconte
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