venerdì 16 agosto 2013

Mostra "Un viaggio nell'arte" - Giugno a Tramatza - Scuola dell'Infanzia -


Metti una brava maestra, Vania Bocchetta, metti una scuola dell'infanzia a Tramatza, in provincia di Oristano ... Metti tre colori primari: rosso, giallo e blu ... ed ecco la magia! In mostra, nella fantastica cornice della Casa Enna, le opere straordinarie dei bambini che, usando i soli tre colori, riproducono, reinterpretandoli, i quadri di pittori famosi.
La mostra è andata in scena a giugno 2013, per il progetto didattico "Viaggio nell'arte" insieme all'esposizione de "Gli amici di Giulio Coniglio", realizzata con materiali di recupero. 
UNA MOSTRA FANTASTICA CHE, AUSPICO, POSSA RIAPRIRE I BATTENTI A SETTEMBRE. 

Un grande GRAZIE a tutti coloro che hanno collaborato!!!


Ecco alcune delle opere ...













mercoledì 7 agosto 2013

L’uomo di Similaun, cioè Oetzi, era Sardo. LA STORIA SIAMO NOI.

Continua la saga della serie "tanto si scopre tutto"

da SARDEGNASTORIA.IT di Mikkelj Tzoroddu

Ahjò!!!

L’uomo di Similaun, cioè Oetzi, era Sardo

una scoperta che conferma la prodigiosità nell’essere protagonisti, non solo nel Mediterraneo, ma anche nell’Europa continentale, da parte degli antichi grandiosi abitatori della Sardegna Paleolitica:

i Sardiani

oetzi uomo di similaunIl 19/9/91 fu rinvenuto nell’Alto Adige, in Val Senales, a m. 3210 slm, nei pressi del cammino che conduce dal rifugio Similaun al Giogo di Tisa, l’Uomo di Ghiaccio ovvero l’Uomo di Similaun ovvero Oetzi, essere umano vissuto verso la fine del Neolitico (circa 5300 anni fa), arrivato fino a noi perché protetto dalla particolarità dell’ambiente.
Il 28/2/12 viene pubblicato un articolo, dalla rivista Nature communications, col titolo “New insights into the Tyrolean Iceman’s origin and phenotype as inferred by whole-genome sequencing” di A. Keller ed altri quaranta autori, appartenenti a diciannove istituti di ricerca. Esso è l’ultimo lavoro scientifico portato avanti nello studio delle caratteristiche del prezioso nostro antenato. Diamo una breve, prosaica descrizione delle conclusioni, strettamente attinente ad un nostro percorso di ricerca. Questo ultimo, vede i Sardiani della Sardegna Paleolitica, cioè l’insieme emerso dell’intiero blocco sardo-corso chiamato Sardegna, (come certificato dal manoscritto più attendibile di Pausania), quali protagonisti nella preistoria del Mediterraneo. Ma, essi furono da noi, anche individuati fra gli artefici degli scambi umani, tecnologici e culturali fra la Sardegna e la Valle del Danubio, sviluppati percorrendo la via naturale che da Trieste porta a Bratislava. Ricordiamo anche che essi, almeno da ottomila anni prima che Oetzi cadesse in un’imboscata (così pare), sono da noi ritenuti i principali autori del trasporto dell’ossidiana di Monte Arci e Lipari, fin nelle grotte della Liguria.

Estratto
In linea generale, v’è da dire che gli studi del genoma mitocondriale di Oetzi iniziarono subito e portarono dopo alcuni anni ad individuarne la completa sequenza. Ma è con la messa a punto di recenti metodologie per l’analisi di antichi DNA che, due anni or sono, se ne iniziò lo studio sulla sequenza dell’intero genoma. Dopo aver ricostruito, con le più avanzate metodologie ed i necessari riscontri con i dati contenuti negli archivi disponibili, una sorta di identikit genetico del nostro Uomo del Similaun, si è cercata la sua  stirpe d’appartenenza. Ma siccome, quei segmenti di DNA mitocondriale caratterizzati da mutazioni, presenti nell’Uomo di Ghiaccio, non sono stati riscontrati fra le migliaia di campioni appartenenti ad individui contemporanei, è stato difficile valutare la sua stirpe genetica. Pertanto, la prima conseguente analisi si sviluppò nel dimostrare se il suo DNA autosomico (cioè di un cromosoma non determinante il sesso)  mostrasse una affinità con una qualche specifica popolazione o rimanesse estraneo ai campioni contemporanei. Per lo scopo furono presi campioni specifici di 1300 Europei, 125 Nordafricani e 20 del Qatar. La prova diede la presenza di affinità di Oetzi solo nei confronti degli Europei. Tuttavia, considerando nel test, soltanto le popolazioni europee, si osservava che i parametri del nostro antenato si posizionavano in stretta prossimità di cinque dati, però isolati da tutti gli altri, dell’Europa sud-occidentale. In particolare, i dati dell’Uomo di Similaun, sono risultati confinare (cioè  molto vicini) con una zona isolata geograficamente: la Sardegna. 
Si è anche visto che la analisi di un’insieme più grande di campioni, supporta ulteriormente la vicinanza di Oetzi con campioni provenienti dalla Sardegna. Anche ulteriori prove, necessarie ad effettuare una verifica sui risultati ottenuti, hanno confermato nel loro complesso, quanto fin qui evidenziato. Inoltre, per determinare la stirpe paterna del nostro antenato, ci si è serviti del suo cromosoma Y. Il confronto con circa 8.000 cromosomi provenienti da trenta regioni europee, ha rivelato ancora che le più frequenti affinità con Oetzi (25% e 9%) si riscontrano nella Corsica meridionale e nella Sardegna settentrionale rispettivamente, mentre in Europa tali frequenze non arrivano all’1%.

Si conclude
Pertanto, a ragione dei succitati test, si scopre, lato sensu, che Oetzi risulta imparentato, non con Austriaci od Altoatesini, ma certamente con i Sardi d’oggidì. Ovvero, il suo corredo genetico indica la Sardegna, quale provenienza geografica dei genitori.
Ed ancora, la specifica analisi atta a scoprire la provenienza del padre, indica la sua parentela fra gli odierni abitanti della Corsica meridionale e della Sardegna settentrionale, sistemati proprio entro i confini di quella che noi definimmo Sardegna Paleolitica (vedasi copertina del libro kircandesossardos), approdata alla tradizione classica greca (Ecateo, Erodoto, Pausania) col nome “Sardegna” (o Sardò). Anche in questo caso si dimostra che il padre di Oetzi era Sardiano e non Austriaco od Altoatesino.

venerdì 2 agosto 2013

I PRIMI UOMINI SAPIENS? SARDI, OF COURSE!


I PRIMI UOMINI SAPIENS? SARDI, OF COURSE!

sardegnaricerche › archimede webzine › scienza › una ricerca sul dna dei...

Sono soddisfazioni!!!

Quando almeno 25 anni fa sostenevo che i figli di questa terra di Sardegna portano i geni dei millenni e che, per questo, sono latori di una grande verità storica in essi scritta. Quando dicevo che tale caratteristica è un grande privilegio evolutivo, giacché solo anime molto antiche recano le competenze per la promozione umana e per un reale processo di consapevolizzazione evolutiva verso forme sempre più illuminate ... pochi erano pronti a sottoscrivere tale visione. In questi anni il processo di risveglio di molti esseri umani sulla via della ricerca è cresciuto. E la scienza comincia a dare le risposte che attendevo e che ho sempre procrastinato. E' bello procedere nei giorni da un lo sapevo, all'altro. E' esattamente quello che di meraviglioso mi sta succedendo. Molte scoperte scientifiche stanno conclamando teorie che solo dieci anni fa parevano fantasie. Ma se noi siamo i sapiens originari sarei legittimata a pensare che probabilmente tutti i popoli venuti dal nulla, venivano, in realtà dalla Sardegna. Dice Melkart Re in un interessante post in Viaggio nelle Antichità della Sardegna: "Nel 3.500 a.C. i Sumeri appaiono - come dal nulla- sulla scena; stessa sorte sembra toccare gli Egizi nel 3.300 a.C. con la loro civiltà dinastica. Essi non hanno nulla a che fare con gli egiziani arcaici, negroidi, che occupavano già quelle terre e che dai nuovi venuti furono scacciati; Nel 2.500 a.C il fenomeno ancora si ripete con i Minoici e nella valle dell'Indo con gli Harappa. Infine intorno al 1000 a.C è la volta degli Etruschi. Di tutti questi popoli, gli studiosi sono completamente all'oscuro dei legami precedenti con altre civiltà. E' come se fossero apparsi dal nulla". A me sembra un'ottima risposta più che una domanda. A BUON INTENDITOR.


Una ricerca sul DNA dei sardi svela l'età dell'Homo Sapiens


DNA



02.08.2013


L'Istituto di Ricerca Genetica e Biomedica del Consiglio Nazionale delle Ricerche IRGB-CNR, il CRS4 e l'Università di Sassari hanno collaborato ad un'importante ricerca in ambito genetico finanziata dalla Regione Sardegna che, attraverso l'analisi del genoma dei sardi, è riuscita a confermare che l'origine dell'Homo Sapiens moderno risale a circa 200 mila anni fa e ha inoltre rivelato che nella popolazione isolana si concentra la maggioranza delle varianti del cromosoma Y presenti nel continente Europeo.


Pubblicata sull'ultimo numero di Science con il titolo "Low-Pass DNA Sequencing of 1.200 Sardinians Reconstructs European Y-Chromosome Phylogeny", la ricerca ha applicato su un campione di 1.200 sardi, la casistica più numerosa mai raggiunta finora, tecniche molto avanzate di sequenziamento dell'intero genoma da cui sono stati "estratti" e analizzati i dati del cromosoma Y.



"Grazie ai dati disponibili sui campioni sardi siamo andati indietro nel tempo [...] fino ai progenitori africani di tutti gli uomini della nostra specie vissuti circa 180.000-200.000 anni fa, un'epoca più antica di oltre 50.000 anni rispetto a quanto indicato dalla maggior parte degli studi precedenti", afferma Paolo Francalacci, docente di Genetica presso il dipartimento di Scienze della Natura e del Territorio dell'Università di Sassari e primo autore dello studio.



"Il nostro studio conferma che i sardi hanno nel loro DNA una serie di caratteristiche peculiari, ma rivela anche che posseggono la maggior parte della variabilità presente sul DNA del cromosoma Y degli altri popoli europei. Si tratta cioè della singola popolazione che sembra racchiudere meglio le caratteristiche genetiche di tutti gli europei", spiega Francesco Cucca, direttore dell'Istituto di Ricerca Genetica e Biomedica (IRGB) del Consiglio Nazionale delle Ricerche e coordinatore insieme a Paolo Francalacci dello studio. "Tale caratteristica rende questa popolazione una risorsa preziosa, sia per studi evoluzionistici (come quello pubblicato su Science) sia per studiare i fattori genetici di rischio per malattie frequenti nell’isola e nel resto d'Europa". Il successivo sviluppo della ricerca sarà diretto all'analisi delle cause di patologie molto diffuse in Sardegna come il diabete e alcune malattie autoimmuni e complesse che oggi risultano incurabili.



Il Centro di sequenziamento e supercalcolo del CRS4 è stato coinvolto in questo studio nella fase di sequenziamento del DNA in laboratorio e nell'analisi finale dei dati, mettendo a disposizione le competenze informatiche e la notevole potenza di calcolo (120 Teraflops). In questo modo è stato possibile catalogare 6.700 nuove varianti genetiche per il cromosoma Y.



Alla ricerca hanno contribuito numerosi ricercatori: in prima fila Paolo Francalacci e Francesco Cucca, gli autori del lavoro. Gli altri membri del gruppo sono: Laura Morelli dell'Università di Sassari, Carlo Sidore e Serena Sanna dell'IRGB-CNR, Riccardo Berutti del CRS4 e Andrea Angius dell'IRGB-CNR/CRS4. Lo studio ha coinvolto anche altri ricercatori appartenenti a diverse realtà scientiche come Porto Conte Ricerche, le università di Pisa e di Bilbao, l'Università del Michigan e il National Institute on Aging di Baltimora.



Il lavoro pubblicato oggi su Science è dedicato a Laura Morelli, uno degli autori, scomparsa di recente dopo una breve malattia.


Link

 
ECCO L'ARTICOLO DI OGGI, 2 AGOSTO 2013, SULL'UNIONE SARDA



Le origini dell’uomo Europeo (e non solo) scritte nel DNA dei Sardi


Venerdì, 2 agosto 2013 - 09:22:00

E' stata pubblicata nell’ultimo numero di 'Science' un’analisi dettagliata del DNA del cromosoma Y di 1.200 sardi che fa luce sulla storia evoluzionistica della popolazione isolana e, più in generale, contribuisce a ricostruire le vicende del primo popolamento in Europa, fornendo anche una stima sull'epoca di origine dell'Homo sapiens moderno. La ricerca, che per la prima volta ha applicato su una casistica così numerosa le più avanzate tecniche di sequenziamento dell’intero genoma da cui sono stati 'estratti' e analizzati i dati del cromosoma Y, ha visto primariamente coinvolti tre gruppi sardi: l’Istituto di ricerca genetica e biomedica del Consiglio nazionale delle ricerche (Irgb-Cnr) di Monserrato (Cagliari), il Centro di sequenziamento e supercalcolo del Crs4 e l'Università degli Studi di Sassari.

Il DNA varia da individuo a individuo in seguito ad ‘errori’ durante la sua replicazione, noti come 'mutazioni', che quando riguardano le cellule deputate alla riproduzione sessuata si accumulano di generazione in generazione. Il confronto tra i punti in cui le sequenze di DNA differiscono  tra individui o popolazioni in aree del mondo diverse (varianti genetiche), fornisce informazioni preziose su somiglianze, differenze, origine e relazioni passate, anche preistoriche. Il cromosoma Y è particolarmente adatto per tali analisi, poiché viene trasmesso solo dai padri ai figli maschi ed è presente solo nei maschi in copia singola senza i rimescolamenti tra i contributi paterni e materni tipici degli altri cromosomi.  La frequenza delle mutazioni su questo cromosoma fornisce un ‘orologio molecolare’ ideale per ricostruire avvenimenti del passato, anche remoto.
homo sapiens 500

 “Abbiamo identificato nei cromosomi Y sardi che abbiamo analizzato, le varianti genetiche che permettono di risalire agli antichi progenitori che vivevano nell’isola e di collegare le varie linee ancestrali di questo cromosoma ad eventi di espansione demografica avvenuti nel passato”, spiega Paolo Francalacci, docente di Genetica presso il dipartimento di Scienze della natura e del territorio dell’Università di Sassari e primo autore dello studio.  “In particolare, abbiamo ricostruito una serie di 'stratificazioni' genetiche a partire dall’espansione demografica di un gruppo di individui avvenuta circa 8000 anni fa (che rappresentano il nucleo fondante di questa popolazione) fino ad arrivare ad apporti successivi nel Neolitico e in misura molto minore in epoca Romana e Vandalica. Tra l’altro, grazie ai dati disponibili sui campioni sardi siamo andati indietro nel tempo anche prima del loro arrivo in Sardegna fino ai progenitori africani di tutti gli uomini della nostra specie vissuti circa 180.000-200.000 anni fa, un’epoca più antica di oltre 50.000 anni rispetto a quanto indicato dalla maggior parte degli studi precedenti”.

 “Il nostro studio conferma che i sardi hanno nel loro DNA una serie di caratteristiche peculiari, ma rivela anche che posseggono la maggior parte della variabilità presente sul DNA del cromosoma Y degli altri popoli europei. Si tratta cioè della singola popolazione che sembra racchiudere meglio le caratteristiche genetiche di tutti gli europei”, prosegue Francesco Cucca, direttore dell’Irgb-Cnr e professore di Genetica medica del dipartimento di Scienze biomediche dell’Università di Sassari. “Tale caratteristica rende questa popolazione una risorsa preziosa, sia per studi evoluzionistici (come quello pubblicato su 'Science') sia per studiare i fattori genetici di rischio per malattie frequenti nell’isola e nel resto d’Europa”.

Alla ricerca hanno contribuito tra gli altri, Laura Morelli dell’Università di Sassari (prematuramente scomparsa), Carlo Sidore e Serena Sanna dell’Irgb-Cnr, Riccardo Berutti del Crs4, Andrea Angius dell’Irgb-Cnr/Crs4 insieme a ricercatori di altri gruppi nazionali ed europei (rispettivamente Università di Pisa e di Bilbao) ed americani (University of Michigan e National Institute on Aging di Baltimora).

DA AFFARI ITALIANI DEL 2 AGOSTO 2013